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Un argomento scomodo, controverso, difficile da trattare si tratta dell'eutanasia, "dolce morte", testamento biologico�
I medici si trovano in una posizione controversa, al di l� della questione etica e/o morale, religiosa, perch� con il "giuramento d'Ippocrate" hanno promesso solennemente: "Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio". Intanto questo giuramento sarebbe da interpretare in senso lato e poi si dovrebbero considerare i singoli casi.
Ogni uomo deve poter affrontare gli ultimi istanti della propria vita con dignità, senza enormi sofferenze, deve avere la possibilità di terminare la propria vita in modo dolce e sereno e non cruento e doloroso perché affetto da una malattia inguaribile.
Quando si è di fronte alla fase terminale di una malattia ed in presenza di forte dolore fisico bisognerebbe avere la possibilità di scelta ed il medico dovrebbe aiutare il paziente a lenire le proprie sofferenze.
Si rispetta la volontà del paziente completamente cosciente che rifiuta un intervento chirurgico, senza del quale andrebbe incontro a morte sicura. Si è rispettosi del rifiuto della trasfusione di sangue, da parte di un gruppo religioso la cui fede la proibisce. Si rispetta anche la volontà di quei cittadini che praticano lo sciopero della fame e rifiutano qualsiasi tipo di nutrimento e idratazione...e non si può rispettare il diritto ad una morte dignitosa per una persona che soffre e non ha alcuna speranza di guarigione?

Se deve esistere la pietà, questa va intesa a 360 gradi...per tutti gli esseri umani, di qualsiasi credo politico e religioso, di qualsiasi colore della pelle, di qualsiasi latitudine. Non si può - e non si deve - un giorno inneggiare alla vita di una persona che sta morendo e il giorno dopo si spara, si violenta e si uccide senza motivo delle persone. Se la vita umana deve essere considerata sacra, questo vale sempre, e non a giorni alterni.
Uno Stato veramente democratico deve sempre e comunque tutelare i suoi cittadini in maniera laica e senza falsi pregiudizi e perbenismi.

La vita ha un valore inestimabile e dobbiamo assaporare ogni attimo della nostra esistenza però bisogna avere anche il massimo rispetto per le persone colpite da mali incurabili (o che "vivono" senza alcuna emozione) e che chiedono solamente di finire la loro esistenza in maniera dignitosa e serenamente.

(Nell'immagine a sinistra la Pietà del Perugino e in quella a destra la Pietà di Michelangelo) (Butterfly&Dolphin) 3 febbraio 2009
 

 

 

In latino "Februare" significa purificare. Il nostro corpo, a causa delle mangiate dovute alle festività ed a causa del forzato poco motto dovuto alle gelide giornate invernali, appare appesantito. È consigliabile purificarlo praticando una dieta leggera e tante passeggiate! Mentre si praticano delle salutari passeggiate nei boschi è utile praticare anche una bella pulizia mentale in modo da percepire la luce e l'aria della natura che si sta rinnovando: eliminiamo in questa maniera tutti i pensieri negativi.
Il 1� febbraio è il punto mediano tra il solstizio d'inverno e l'equinozio di primavera: le giornate si allungano poco alla volta e si iniziano a intravedere i primi segni della primavera.
Per festeggiare il giorno che si allunga e il risveglio della natura si celebra la luce (la Candelora per i cristiani, festa di Imbolc - pagana/irlandese). Per tradizione si accendono candele e lumini perché richiamano la luce che ci accompagnerà durante il resto dell'anno.
Nell'emisfero sud questa festa si celebra in agosto.

I primi giorni di febbraio vengono ricordate diverse solennità religiose.

Il 2 febbraio la Chiesa cattolica celebra la Candelora (Presentazione del Signore), in questo giorno si benedicono le candele, simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti".
In questo periodo le giornate iniziano lentamente ad allungarsi e per questo motivo tale giornata è presa come pretesto per detti e proverbi popolari di carattere meteorologico:

Pa Cannilora a jaddina fà l'ova
Pa cannilora du 'nvirn sim fora
Pa Cannilora u brascirr fora.
Ppa Cannolora 'a mmirnata è fora;
ma si fora nun è, n'autri 40 jorna cci nn'è

Il 3 febbraio è dedicato a San Biagio (nella foto a sinistra), Santo Patrono della cittè di Bronte, venerato come santo dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa. È il santo protettore della gola, in memoria del miracolo della guarigione di un bimbo che stava per soffocare a causa di una lisca di pesce. In molte chiese i sacerdoti benedicono le gole dei fedeli accostando ad esse due candele:

Lu jornu di San Blasi
cu avi ligna fora si li trasi

Il 5 febbraio si celebra Sant'Agata - foto a destra -  (nome di origine greca che vuol dire nobile di spirito). È la Santa Patrona di Catania. Dal 3 al 5 febbraio, la città dedica alla Santa una grande festa. Sono tre giorni di solennità, un misto di fede e di folklore.
Il primo giorno à riservato alla cosiddetta "Candelora". Ogni devoto, per farsi proteggere dalla Santa, offre un cero alto e pesante quanto la sua persona.
I "devoti", indossano il "sacco", un tradizionale camice in tela bianca lungo fino ai piedi, un berretto di velluto nero e guanti bianchi e tirano con funi l'argenteo fercolo, "a vara" (carro trionfale su cui viene posto il simulacro ingioiellato della Santa), in giro per la città.
Saranno accesi fuochi artificiali il 2, il 3, il 4 ed il 5 Febbraio in Piazza Duomo e Villa Pacini, all'uscita ed al rientro delle Sacre Reliquie, nonché all'arrivo in Piazza dei Martiri, in Piazza Palestro, in Piazza Cavour.
Una leggenda narra che, mentre veniva condotta al supplizio, la Santa si chinò per allacciare un calzare, e in quel luogo nacque un olivo. Un'altra invece dice che Agata, inseguita dagli sgherri, si fermò per allacciarsi un calzare. In quel momento un ulivo spuntò dal nulla e la Santa potè ripararsi e cibarsi dei suoi frutti. Da queste leggende sono nate le famosissime "olivelle di Sant'Agata" che per tradizione si preparano in questo periodo e sono dei deliziosi dolcetti di pasta reale colorati di verde e ricoperti di zucchero che nella forma ricordano appunto le olive.

Auguri a tutti i Biagio, Agata, Agatino...

(Butterfly&Dolphin) Aggiornato il 1° febbraio 2009

 

 

 

Il botanico Francesco Maria Raimondo - direttore dell'Orto botanico di Palermo - ha scoperto una nuova specie di melo selvatico sui Nebrodi.
La sua campagna di ricerche è durata ben due anni. Tale specie è stata denominata Malus crescimannoi, per rendere onore a Francesco Giulio Crescimanno, noto studioso di arboricoltura dell'Università di Palermo.
Si presume che tale specie di melo selvatico è presente solo in Sicilia e si localizza nella parte montana del bacino del fiume Flascio, affluente dell'Alcantara, in territorio di Floresta, sui Nebrodi.
Il Malus crescimannoi è un piccolo alberello, che produce meline grandi quanto un pollice, fiorisce in maggio e i frutti maturano in ottobre. Nella foto a sinistra le foglie del melo e sulla destra l'albero del melo!
Congratulazioni allo scopritore dott. Francesco Maria Raimondo.  (Butterfly) 31 gennaio 2009

 

 

Che delusione...le prelibate paste al pistacchio di Bronte altro non sono che dei normali dolci al pistacchio di...Teheran (Iran).
Il "pistacchio verde di Bronte", detto anche "oro verde", è la principale risorsa economica del territorio che circonda Bronte. È noto per il gusto delicato, dolce e aromatico: è usato per preparare prodotti dolciari, ma è molto apprezzato per condire primi, secondi piatti e arancini, si usa per approntare insaccati e cosmetici.
I Nas dei carabinieri, hanno sequestrato in Emilia Romagna un ingente carico di pistacchi provenienti dall'Iran e contaminati da un tipo di muffe altamente tossiche per l'uomo. Sembra che una parte di questo carico sia finito nei magazzini di un'azienda dolciaria di Bronte e gli stessi carabinieri hanno dovuto procedere al sequestro, a scopo cautelativo e fare i dovuti accertamenti e le analisi del caso. Si spera che i carabinieri abbiamo preso un granchio o perlomeno che tutto sia circoscritto a quell'unica azienda dolciaria. Solo così si riuscirebbe a proteggere il famoso nome del pistacchio di Bronte e l'economia che ne ruota attorno.
Le prelibate e squisite paste al pistacchio devono essere solo quelle di Bronte! A sinistra l'immagine del Pistacchio verde di Bronte e a destra quella del pistacchio  sulla pianta. Immagini tratte dal sito Bronte Insieme. (Butterfly) 31 gennaio 2009

 

 

Una ricerca ISTAT pubblicata alla fine del 2004 attesta che ogni giorno in Italia sette donne in media subiscono una violenza sessuale. Nella maggioranza dei casi gli stupri avvengono nella propria abitazione e l'aggressore è una persona ben conosciuta dalla vittima. Poche volte la violenza subita viene denunciata e il "mostro" resta impunito.

È violenza qualsiasi atto di sopraffazione fisica e/o morale esercitata con brutalità e minaccia. La persona che subisce un abuso non è consapevole di quello che le sta accadendo perché il violentatore agisce contro la sua volontà e la sta privando dei diritti e della dignità di essere umano. Tutto ciò crea gravissimi problemi fisici e psichici a chi subisce la violenza. È un trauma che segna la persona in maniera indelebile. Il dolore fisico potrà anche scemare con il tempo ma il dolore psichico non sarà mai cancellato. A tutto ciò si deve aggiungere il disagio e malessere che viene provocato nel momento della denuncia.

Questo è un argomento che bisognerebbe trattare con estrema serietà e non ironizzarci sopra.

Non vogliamo entrare nel merito di alcune dichiarazioni rese da personalità pubbliche e tanto meno innescare una inutile e sterile polemica, ci si limita a tentare di sensibilizzare gli animi di chi legge su un argomento purtroppo attuale in questi giorni: la violenza...e la speranza di ottenere giustizia.  (Butterfly)  27 gennaio 2009

 


 

 

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