È notizia di questi giorni del rapimento di due suore italiane missionarie in Kenia. Le due religiose sono state rapite a Elwak, nel distretto settentrionale keniota di Mandera, al confine con la Somalia. Sono state sequestrate da un commando armato che le ha trascinate via dalla casa missionaria. Il sequestro è avvenuto al termine di un attacco violento alla città di Elwak condotto da un gruppo islamico somalo che ha sparato per almeno mezz'ora.
Le due missionarie lavorano in Kenya da molti anni: il loro impegno è a favore dei bambini malnutriti e malati di epilessia.
Purtroppo questi sono fatti all’ordine del giorno perché, colpendo il personale volontario, si tende ad isolare quelle zone depresse. I missionari, sono diventati dei bersagli e questi attentati vogliono eliminare la presenza di chi lavora per le organizzazioni umanitarie.
Nonostante tutto ci sono migliaia di persone che decidono dedicare un periodo della propria vita lavorando nelle missioni,
Anche noi, nella nostra comunità Santeodorese, abbiamo diversi volontari. Desidero parlarvi di una persona che dal Kenya (Jamuhuri ya Kenia) scrive spesso nel nostro guestbook. Conosco Maria Truglio da sempre e da sempre ci unisce un'Amicizia sincera ed affettuosa. Cosa ci fa Maria in Kenya? Bene, ha deciso sin da bambina di dedicare parte della sua vita agli altri.
Dopo aver fatto un corso di infermiera professionale, specializzandosi in assistenza sanitaria, ha contattato uno dei tanti centri di volontariato per mettere a disposizione il suo lavoro al servizio dei meno fortunati. All’inizio aveva indirizzato il suo cammino verso l’America latina e dopo una breve preparazione per recarsi in quelle zone le era stata ventilata l’idea del Kenya. Naturalmente ha accettato senza alcuna esitazione anche se consapevole di essere quasi all’oscuro della realtà in cui veniva proiettata.
Si è ritrovata a lavorare in un dispensario come aiuto infermiera. Ha vissuto, e vive tutt'ora, la sua missione come una autentica vocazione e non solo come un volontariato. Questo l'ha sempre sostenuta ed aiutata a superare qualunque difficoltà: la lingua, il modo di vivere, il cibo…In poco tempo è diventata quasi “padrona” di quel dispensario e tutti sapevano che potevano contare su di lei.
Attualmente (son ben trenta anni) collabora attivamente con tutti i missionari della zona e la sua casa è un punto di riferimento per tutti gli italiani e non che si recano in Kenya. E’ andata a vivere in una zona sperduta del Kenya dove spera di poter far nascere un dispensario da aprire a tutte le tribù che abitano intorno a quella vasta zona e vorrebbe tentare di offrire un luogo accogliente, atto a favorire lo sviluppo delle capacità creative della gente del luogo.
Con la perseveranza e la forza di volontà che ha e con la fede che la sostiene sicuramente riuscirà nel suo intento. E’ risoluta e le piace portare a temine al meglio ogni cosa che inizia, con fatica ma con tanta tenacia e soprattutto con la voglia di rendere felici le persone che la circondano. Sono sicuro che riuscirà nel suo intento, anche se spero - e mi auguro - che si fermi un attimo e pensi anche a se stessa….
L'ultima volta che ho visto Maria è stato nel febbraio scorso quando, dopo un breve soggiorno qui in Italia per motivi "assistenziali", attendeva l'imbarco all'Aereoporto Marco Polo di Venezia dove, assieme alle sue sorelle, Angela, Giusy e Rita, abbiamo voluto incontrarci.
Sono felice di avere l'Amicizia sincera di Maria (e della sua Famiglia)
                                                                                                         (Nelle immagini qui sopra, si può vedere Maria nel "suo" Kenya...)
Ciò che diamo è come una goccia in mezzo all’oceano, ma se questo aiuto viene meno, quella goccia non versata mancherà per sempre. (Madre Teresa di Calcutta)                                                                                                                                                               (Antonio Lipari)