Lettera aperta dedicati ai gentili visitatori del sito del Circolo Culturale di San Teodoro…


Durante la mia breve permanenza in Italia, ho voluto fare una “scappata” a San Teodoro, luogo che porto nel cuore e di cui conservo gelosamente ricordi a me molto cari….penso che difficilmente riuscirò a distaccarmi da quel “Posto”, per me unico!
Una delle prime passeggiate che mi piace fare quando arrivo al Paese è recarmi alla Gebbia,.U casali è cresciuto bevendo e usando la sua acqua; con mia grande sorpresa, questa volta ho trovato sul muro una scritta:


“ACQUA NON POTABILE”,


Mi avvicino alle vasche e mi sento dire: “per carità non li tocchi, ci sono le sanguisughe!”,
mi giro e nel frattempo mi si era avvicinata la signora che mi aveva ammonito Mi spiega che il posto era diventato difficile da gestire, la gente “civile” del Paese usava il luogo per lavare gli animali e le macchine e poi lo lasciava in uno stato pietoso. Il mio pensiero va subito ai pastori del Nord di un Paese “incivile” e soprattutto al modo in cui quella gente difende (a denti stretti e con tutta la forza in loro possesso) l’unico pozzo che faticosamente hanno trovato scavando usando solo le loro mani e la loro ultima preoccupazione è quella di fare analizzare l’acqua; anche se torbida: è ACQUA, ed è l’unica fonte di vita e sopravvivenza per loro stessi e gli animali!
La mia passeggiata, mi porta al Cimitero, lì ci sono tanti amici da visitare.
Adesso che sono ancora in forza non ho avuto problemi per salire e scendere le scale e camminare, ma con me c’era una persona giovanissima e una anziana, ebbene capisco perché non vanno mai a portare un fiore ai loro cari se non sono accompagnati: strada e scale impraticabili, solo i giovani e con pochi problemi di deambulazioni riescono a destreggiarsi per i viottoli e le scale. L’amore che hai nutrito per quelle persone che riposano lì, e il pensiero “caro” per gli stessi che ti accompagna ti fanno dimenticare le non poche difficoltà a girare per il Camposanto….I Casaloti probabilmente si sono abituati a percorrere quei tragitti senza lamentarsi e sono rassegnati per la scarsa manutenzione.
Consiglio le persone non residenti che si recano a visitare un loro caro al Cimitero di San Teodoro di avvertire qualcuno: “Se ad una data ora non mi vedi ritornare manda a prelevarmi qualcuno munito di una barella!”

Maria Truglio - Nairobi (Kenia)